Bernardo Bertolucci dopo aver indirizzato la sua capacità espressiva nel mondo della poesia si dedicò al cinema: a un cinema “di poesia”. Da “poeta della parola” diventò “poeta dell’immagine” senza mai dimenticare l’importanza dello stretto legame poetico che intercorre tra la parole e l’immagine. Nutrirsi di letteratura e di poesia aiuta a trasformare in immagini. Vittorio Storaro, il suo direttore della fotografia, ha detto: “Bernardo Bertolucci ha fatto cinema in forma di poesia”. Bertolucci si improvvisò regista dal nulla basandosi su un istinto e su un talento innato che non aveva però in alcun modo allenato. Da poeta diventò cineasta come assistente di Pasolini: un altro grande artista passato dalla poesia al cinema. Bernardo Bertolucci esordì alla regia con La Commare Secca presentandosi sul set come un debuttante dando prova di grande coraggio, esattamente come fece Orson Welles in Quarto Potere.
Realizzò un cinema antitetico a quello del suo maestro/amico Pasolini. Il suo cinema era costruito sui movimenti di macchina distaccandosi dallo stile pasoliniano che era fatto di camera fissa e da una costruzione dell’immagine geometrica. Il tipico modo di muovere la macchina da presa diventò uno dei leitmotiv del suo cinema. Sin dai suoi primi due film, La Commare Secca realizzato su un soggetto che gli fu regalato da Pasolini e Prima della rivoluzione l’opera di Bertolucci fu più simile a quella dei registi francesi e meno a quella degli italiani. In un’intervista degli anni novanta proclamò: “Il cinema contiene tutti gli altri linguaggi: architettura, letteratura, pittura, scultura,musica, poesia, teatro”. Questi elementi caratterizzarono la sua eclettica e inimitabile produzione artistica in cui riuscì a mescolare politica, trasgressione e romanticismo.Bertolucci ha segnato ed è stato segnato dal periodo storico del ‘900 e dai fenomeni tipici di quel periodo. Ritroviamo nei suoi film temi distintivi del periodo storico trattato: Il tema della psicanalisi evidente nel film Ultimo Tango a Parigi; quello dell’incesto de La Luna, la politica in The Dreamers e quello della poesia ne L’ultimo imperatore e Il conformista. Una poesia come racconto di una storia che non aveva bisogno della prosa per essere raccontata. A detta di alcuni Bertolucci era un genio ma anche un poeta vanitoso che amava molto parlare di sé stesso e dei suoi film, anche a distanza di molti anni.Considerava il Cinema semplicemente come la vita e non credeva di aver mai avuto una vita al di fuori del cinema anche se in seguito riconobbe che questa fu una limitazione. Bertolucci in Italia ottenne quasi subito la fama di regista scandaloso per via delle tematiche trattate nei suoi film come il sesso, la ribellione, l'evasione e il lirismo. Il regista, senza tener conto dei tempi, decise liberalmente di non censurare mai nulla ne a sé stesso e neanche al pubblico, perché voleva evitare di mettere a freno la sua arte.