Bernardo Bertolucci: i primi film al cinema

Da bambino, di domenica, andava al cinema a Parma e vedeva quattro film al giorno. Biancaneve e i sette nani fu il primo film che vide : aveva 5 anni e fu terrorizzato dalla scena in cui Biancaneve scappa nella foresta e i rami diventano delle braccia scheletriche. Gli piacevano i film di guerra e ha visto tutti quelli girati dal ‘49 al ’53. Il suo preferito era They were expendable di John Ford, (i sacrificati di Bataan del 1945). Locandinad el film Questa è la mia vita.Bernardo raccontava ai suoi amici bambini, che erano troppo poveri per andare al cinema, tutto quello che succedeva nei film e poi li reinterpretavano insieme, per gioco. Faceva un po' da regista, interpretava John Wayne, tentava di imitarlo camminando come lui e gli piaceva alla fine “morire”.

A quindici anni si innamorò del film di Kubrick: Rapina a mano armata che definì il film più emozionante che avesse mai visto.

Altro film molto apprezzato fu Le Plaisir (Il piacere di Max Ophüls,1951). Non riuscì a vederlo in una sola volta: gli piaceva troppo e questa sensazione fortissima che non aveva mai provato prima, gli impediva di vederlo fino alla fine in una sola volta. Aveva il potere di fargli perdere il controllo delle sue reazioni emotive e fisiologiche. Amò molto Jean Renoir e soprattutto il suo film La regola del gioco. Il desiderio di fare film fu una conseguenza del bisogno di vedere dei film che amava. Dopo avere assistito alla proiezione di La passione di Giovanna D'Arco di Dreyer e Questa è la mia vita di Godard espresse il suo primo giudizio critico affermando che secondo lui Dreyer dovesse qualcosa a Godard.

Considerava un esempio di improvvisazione incredibile il film Questa è la mia vita: un'improvvisazione controllata. Altri film molto apprezzati furono: Il mistero del Falco, Hatari!, Lo sport preferito dall'uomo.

Giudicava Roberto Rossellini il più grande regista ed imparò ad amarlo leggendo la critica cinematografica dei “Cahiers du cinéma”.

Considerava Michelangelo Antonioni il poeta epico dello scorrere del tempo. Lo aveva particolarmente colpito una sequenza in L'Atalante, film del 1934 diretto da Jean Vigo, in cui ognuno dei personaggi pensava all'altro che stava nella camera accanto.

Era attratto dai film di Jean Renoir, Godard, Chaplin, Rossellini, Ford.

Jean-Luc Godard fu l'autore che lo ha sicuramente maggiormente condizionato. Molti dei suoi film parlano al tempo stesso d'amore e di politica.“Una cosa è sicura bisogna fare i film sulle donne che si amano”.

Il famoso regista francese Jean Renoir dopo aver visto Il conformista volle incontrarlo e quando ebbero modo di vedersi gli disse: “Quando si gira, bisogna sempre lasciare una porta aperta, Perché non si sa mai, Qualcuno potrebbe entrare, senza che nessuno se l'aspetti, e il cinema è questo”. Il cinema è fatto di ritorni e porte aperte all’imprevisto.

Bertolucci aveva una collezione di tutti i film di Hitchcock, Bogdanovich, e possedeva anche tutta la serie dei Cahiers du Cinéma, considerata da sempre la più prestigiosa rivista cinematografica francese.

Tra i primi registi a lui cari devono essere ricordati Von Stenberg e Max Ophuls. Questa grande apertura al mondo artistico e culturale derivava da una situazione particolarmente favorevole: in famiglia la creatività era costantemente considerata come un elemento normale e spontaneo connesso alla vita quotidiana. Con gusto deciso Bertolucci catturava dalla letteratura, dall'arte e dalla società tutto ciò che poteva usare nei suoi film. Bertolucci scrisse insieme a Sergio Leone la sceneggiatura di C'era una volta il West. Amava Pulp Fiction ma anche i Tre colori di Kieslowski, con la denuncia dell’alienazione dell’individuo provocata dallo sviluppo della tecnologia e dall’incremento dei bisogni materiali. Le sue serie preferite erano Mad-man, Breaking bad, The Americans con la cui visione riusciva a superare la fatica della durata e a godersi il momento.